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Monte dell’Ascensione (AP)

Il monte Ascensione è un rilievo che spicca tra le colline a nord di Ascoli Piceno, essendo isolato rispetto alle altre montagne. Dalla vetta del monte si scorge un ampio panorama che spazia dai monti Sibillini al Gran Sasso e alla Maiella, fino al mare Adriatico. L’Ascensione è inoltre una postazione strategica per la diffusione dei segnali radiotelevisivi. Vi sono infatti diversi ripetitori di emittenti pubbliche e private, situati nel comune di Ascoli Piceno. La montagna è ricoperta da una fitta vegetazione che la rende una zona di protezione speciale. La sua superficie è divisa in due aree floristiche protette: Area floristica monte Ascensione I – Si estende all’interno del territorio appartenente ai comuni di Ascoli Piceno e Rotella coprendo un’ampiezza di oltre 11 ettari. Comprende la zona sommitale del monte (non la cima) e la Rupe di Santa Polisia. La rupe che porta il nome della santa si trova nella parte alta del rilievo, a 1098 m di altitudine, di poco al di sotto della vetta e, con le sue rocce, si getta a strapiombo sui boschi sottostanti con un dislivello di circa 150 m. La vegetazione che ricopre quest’area floristica è costituita da specie arboree tipicamente montane. Area floristica monte Ascensione II – Il territorio è interamente di competenza all’amministrazione comunale di Rotella e si estende per 28 ettari lungo il versante nord, nord-ovest del rilievo, detto la “Costa di San Benedetto”. Si tratta prevalentemente di un suolo argilloso, a tratti arenaceo con poche rocciosità. La realtà boschiva è principalmente costituita da piante di castagno governato a bosco ceduo, fruibile per ricavare legname d’opera e frutti.

 



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Fermo

Fermo sorge sulla vetta e lungo le pendici del Colle Sàbulo (319 m s.l.m.), così denominato sin dal tempo degli antichi Romani probabilmente perché di formazione prevalentemente tufacea (in latino sàbulum = sabbia). La città si presenta oggi divisa in due parti: la parte storica, cresciuta attorno e sulla sommità del colle Sabulo, rimasta quasi intatta nei secoli con il suo splendido aspetto medioevale, ed una parte nuova. Lo stemma di Fermo è uno scudo, diviso in quattro parti: due di esse contengono un’aquila, due una croce. La ricorrenza di maggior rilievo di Fermo è la festività di Maria Assunta, celebrata il 15 agosto. In tale periodo si svolgevano la Fiera, ed il Palio. Un’area verde è collocata presso il Girfalco o Girone, nel punto più alto del colle Sabulo, ove sono presenti il Duomo e la Villa Vinci (dal XVI secolo al 1820 convento dei Cappuccini), con diversi punti panoramici. Un altro parco pubblico si trova all’interno di Villa Vitali, struttura di proprietà comunale in viale Trento. Di più recente istituzione un’ampia area attrezzata, denominata Parco della Mentuccia. Le cisterne romane sono un’opera edilizia ipogea di età augustea (40 d.C.), della superficie di circa 2.000 metri quadrati divise in 30 camere poste su 3 file parallele, realizzate allo scopo di accumulare acqua. Lo stato di conservazione è ottimo e sono tuttora visitabili. La piazza del Popolo, racchiusa tra due ampie file di logge, è il salotto della città. Sulla piazza si affaccia il Palazzo dei Priori, sede di rappresentanza del Comune e della pinacoteca comunale. Al suo interno si trova la Sala del mappamondo.

 



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Porto San Giorgio (FM)

Sembra che il suo nucleo originario sia stato una colonia di pescatori veneti o dalmati, che dopo l’arrivo e le distruzioni dei barbari si erano stabiliti sulle falde del così detto Monte Cacciù, che sovrasta l’abitato. Portu Sancti Georgeij, così era indicato nei documenti medievali, divenuto fortezza nell’XI secolo col nome di Castel San Giorgio. Lorenzo Tiepolo, podestà di Fermo e futuro doge di Venezia, dette impulso al porto, dotandolo nel 1267 di una roccaforte, la Rocca Tiepolo, possente baluardo che fungeva da torre vedetta e sentinella vigile contro le incursioni dal mare. La storia di Porto San Giorgio da allora in poi si riassume in una serie di tentativi di riconquistare l’autonomia rispetto a Fermo. La cittadina, sviluppatasi nel corso del XVII secolo tra la linea di costa e la via Lauretana, con l’urbanizzazione del Borgo Marinaro, durante il periodo napoleonico divenne autonoma rispetto a Fermo e dopo l’Unità d’Italia definì il proprio territorio. Nel 1887 ottenne (almeno in parte) il suo territorio. Nel 1816 il Governo Pontificio decreta l’indipendenza di Porto da Fermo. Negli anni successivi vengono edificate la Stazione (anno 1863), la Società Operaia di Mutuo Soccorso, il teatro e una serie di restauri e rinnovamenti che dànno a Porto San Giorgio l’attuale fisionomia ai giorni nostri. Sulla linea di costa non esiste una vera pista ciclabile; esistono soltanto brevi tratti nelle vie interne, di diverse misure e caratteristiche e non delimitate da cordoli. Questo fa di Porto San Giorgio l’unico centro del Piceno non dotato di tratti ciclabili inquadrabili nella realizzanda Ciclovia Adriatica, che una volta completata andrà a collegare tutte le località della costa adriatica.

 



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Porto sant’Elpidio (FM)

Il suo tessuto urbanistico si è principalmente sviluppato in linea con il litorale marino, seguendo i due principali assi viari costieri: la strada statale 16 Adriatica e la linea ferroviaria adriatica. La forma allungata del territorio è delimitata a nord e a sud rispettivamente dai fiumi Chienti e Tenna. Oggi, a seguito del forte aumento demografico degli ultimi anni, lo sviluppo sta proseguendo sui bassi declivi che salgono in collina e sulle colline stesse; le frazioni Corva e Cretarola popolano, infatti, le alture più rilevanti del territorio cittadino. Da alcuni scavi nella zona interna del comune si sono trovati molti reperti archeologici importanti, che confermano la presenza di alcune sepulture Etrusche risalenti all’ultimo periodo. Dell’epoca medioevale si ritrovano mappe in cui già nel 1500-1600 si legge di un piccolo paesino sulla costa, col nome di “Porto San Lupidio. Nonostante il passare degli anni e la continua immigrazione dal sud Italia, il paese è rimasto abbastanza piccolo fino al 1952, in cui ottiene l’indipendenza comunale da Sant’Elpidio a Mare, cambiando nome da “Porto di Sant’Elpidio a Mare” a “Porto Sant’Elpidio”. Sulla costa esiste già un tratto di ciclabile facente parte della realizzanda Ciclovia Adriatica, che una volta completata andrà a collegare tutte le località della costa adriatica. Molto importanti sono la statale che attraversa il paese e la ferrovia della linea adriatica. La città è stata recentemente dotata di un’uscita autostradale con annesso casello e può contare anche su un servizio di bus navetta atto a servire tutte le zone della città.

 



  • Pedaso

Pedaso (FM)

Pedaso è un paesino situato su mari e colli, dove c’è da vedere il suo bel lungomare, che ha aderito al progetto “Il lungomare dei cantautori” intitolando ad alcuni noti i sottopassaggi che conducono alla spiaggia. A Pedaso c’è anche il monte Serrone, dove ogni anno il 1º maggio si svolge la scampagnata dei lavoratori e c’è una festa che inaugura l’inizio delle sagre. Qui si raccolgono le more in autunno e si possono fare lunghe passeggiate dove godersi il panorama in qualsiasi momento dell’anno. La storia di Pedaso inizia con i Greci (i Pelasgi), poi i Piceni e i Romani, come testimoniano alcuni ritrovamenti archeologici intorno alla foce e ai lati del fiume Aso, dei ruderi romani nella vicina Villa montana e reperti archeologici che ancora si recuperano dal mare, testimoniano le civiltà che qui si sono avvicendate. Le invasioni barbariche costringono la popolazione a trovare rifugio nel vicino colle, chiamato “Monte Serrone”. Successivamente diviene un castello fermano sulla costa e come tale aveva il compito di sorveglianza sull’adriatico con una torre, dal 1877 adibita a faro. Alla fine del XVIII secolo, di conseguenza ai continui crolli delle abitazioni lunga “La Cupa” dovuti alla natura franosa del colle, inizia lo sviluppo in basso, lungo il mare. Nel periodo estivo il paese organizza numerose sagre, tra cui la più famosa è la “Festa di San Pietro” (il santo patrono di Pedaso), durante questa ricorrenza la statua del santo viene trasportata sopra una barca benedicendo tutti i pescatori morti in guerra e ancora viventi. Infine la “Sagra delle cozze e degli spaghetti alla marinara”, conosciuta a livello nazionale si tiene da oltre 40 anni nei quattro giorni prima di ferragosto.

 


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