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Castel di Lama (AP)

Castel di Lama, Castrum Lamae, Castellum Lame, Lama, Ville della Lama. Il nome è legato al torrente Lama a Est del territorio e al Castello che dominava dalla collina il corso d’acqua e le importanti vie di comunicazioni.I cippi antichi del VII ed VIII miglio sono ancora visibili all’inizio ed alla fine della cittadina, sulla via Salaria. Il territorio naturale attualmente è diviso tra il Comune di Castel di Lama a Nord della Salaria e quello di Ascoli a Sud. Luogo ideale di residenza: accolse ville ed insediamenti romani; nell’alto medioevo sorsero nell’area di Castel di Lama insediamenti religiosi e difensivi; in antiche fonti, dei secoli XII e XIII viene citato un Castrum Sexti, situabile nella zona a Nord del territorio e un Castrum Serraliae in zona Sambuco prima dinastico e poi del Comune ascolano, mentre a Sud, presso l’antica Fonte dell’Olmo, sorse dal 1206 al 1258 un monastero femminile cistercense; nel medioevo sullo stesso luogo venne edificato il Castello di Lama feudo, secondo la tradizione, della famiglia Odoardi. Una rievocazione storica “Insediamento del Podestà e Palio della Balestra” si celebra, insieme alla fiera ed alla festa del SS. Crocifisso il primo sabato di Settembre di ogni anno; tra dame,capi famiglia, fanti ed arcieri si rivive l’insediamento del Podestà e dei Massari e il dono della balestra con successivo “torneo cavalleresco della Quarta”. Stemmi e sigilli, adottati dalla comunità, sono cambiati nei vari periodi storici: dall’effige di S.Maria in Mignano all’attuale stemma turrito con stella ispirato alle antiche origini castellane ed al nome.

 



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Acquaviva Picena (AP)

Acquaviva Picena sorge su una collina che domina il paesaggio della valle del Tronto, a pochi chilometri di distanza dal Mar Adriatico e da San Benedetto del Tronto. l sito di Acquaviva fu abitato fin dalla preistoria, della quale ha restituito numerosi reperti soprattutto d’epoca picena, ma anche d’età romana. Quando i Piceni, che vi furono certamente insediati nel VI secolo a.C., restarono sottomessi a Roma, il territorio acquavivano conservò vitalità grazie alla vicinanza della città di Castrum Truentinum. Ma fu con le invasioni barbariche che il colle vide la nascita di un vero e proprio insediamento urbano: l’arrivo di Longobardi e Saraceni indusse infatti le popolazioni costiere a riparare sulle circostanti alture. Nel Quattrocento il castello conobbe una notevole espansione demografica che condusse al raddoppio dell’abitato, con l’edificazione del settore orientale, denominato Terra Nuova in contrapposizione alla Terra Vecchia che, sorta a ridosso della fortezza, costituiva il nucleo originario del paese. Ciò rese anche necessaria la costruzione di un secondo caposaldo rivolto a oriente. Inclusa nella legazione pontificia fermana, Acquaviva fu annessa con plebiscito al Regno d’Italia nel 1860. Nel 1799, durante la campagna napoleonica d’Italia, le forze antifrancesi capeggiate dal brigante Sciabolone l’avevano messa a ferro e fuoco distruggendo l’archivio comunale e con esso la fonte d’osservazione diretta della storia locale, la cui ricostruzione si basa principalmente su testimonianze esterne.

 



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Montalto delle Marche (AP)

Nel territorio comunale sono stati localizzati dalla Sede Archeoclub 14 insediamenti di epoca romana ed un villaggio del periodo neolitico. Recentemente è stato aperto al pubblico il Museo Archeologico con più di 3000 reperti. Il museo prevede un percorso didattico utile agli studenti medi. Dal 1586 Montalto è stata sede del Presidiato omonimo che comprendeva 13 comuni (Stato di Montalto) soppresso definitivamente nel 1861 con la fine dello Stato Pontificio. A Montalto dalla fine del XVI secolo è stata istituita dal papa Sisto V una Zecca. Va inoltre ricordato che la cittadina ha dato i natali all’architetto Giuseppe Sacconi, progettista del Vittoriano di Roma. Ideata e allestita per la prima volta nell’Agosto del 1991 dalla Pro Loco, “La Notte delle Streghe e dei Folletti” è l’evento caratteristico di Montalto delle Marche. Si svolge ogni anno, il 12-13-14 Agosto, grazie all’organizzazione dell’Associazione “Streghe e Folletti”. Nell’entroterra piceno, rivivono, nell’incanto delle fiabe, streghe e folletti, nel suggestivo centro storico, tra vicoli e piazzette della cittadina, fino al rogo della strega.

 



  • massignano

Massignano (AP)

Il piccolo borgo massignanese è posto in cima ad un colle a 254 metri s.l.m., distante circa 5 km dal litorale adriatico, che arriva a lambire con i 2 km di costa di marina di Massignano. Il caseggiato collinare, a cui si arriva percorrendo un ameno viale alberato, mantiene l’impostazione medioevale, con le due porte originarie che ancora danno accesso alla piazza centrale che si presenta come un autentico salotto: vi si prospetta la TORRE CIVICA, già eretta come con funzione di campanile, al cui lato si osserva la mole del PALAZZO COMUNALE, rivisitata nell’800. Chiudono il piazzale un LOGGIATO di recente ristrutturazione e la chiesa di San Giacomo Maggiore, del 1700, abbellita da una tavola di VITTORE CRIVELLI, risalente pertanto, al ‘400, d’argomento mariano. Il bambino è rappresentato per terra, sostenuto da teste d’angelo, e non in braccio alla Madonna. I palazzi gentilizi portano, come d’abitudine, i nomi dei proprietari originari: FAVIANI, SANTINI, LAURANTONI, e sono stati eretti tra ‘400 e ‘600. Dalla metà degli anni ’90 il MUSEO di ARTE SACRA espone in modo ordinato una bella collezione di oggettistica religiosa dei secoli passati. Lungo la sottostante Val Menocchia è attiva la frazione VILLA SANTI, dove è situata l’abbazia dei SANTI FELICE E ADACTO, edificio ridefinito del ‘600, ma con l’abside ancora nel primitivo stile romanico. Da visitare inoltre: chiesa di Santa Maria della Misericordia in stile neoclassico, tratti delle antiche mura e il viale della Rimembranza autentica oasi di verde e tranquillità e balcone sul mare.

 



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Centobuchi (AP)

Centobuchi è una frazione di 6.724 abitanti del comune di Monteprandone posta lungo la via Salaria, nella vallata del fiume Tronto. Ha visto una grande espansione demografica che l’ha portata a diventare molto più grande dello stesso capoluogo collinare, grazie alla posizione pianeggiante, alla vicinanza con le grandi vie di comunicazione e al processo di urbanizzazione di tutto l’asse che dalla periferia di San Benedetto del Tronto porta a quella del capoluogo di provincia Ascoli Piceno (che dista 20 km circa). È sede di molte attività industriali, anche di una certa importanza, sviluppatesi negli ultimi decenni, tra cui possiamo annoverare la produzione e revisione di elicotteri, produzione di arredo bagno, moduli per la codifica in ambienti industriali e aziende del settore agro-alimentare. È altresì sede di svariate attività economiche e commerciali, che spaziano da quelle al dettaglio a quelle all’ingrosso quali ortofrutta.

 


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